Innovazione, fattore umano e differenze di genere al centro del convegno per i 30 anni di Wista Italy
Che cosa significa davvero innovazione? Può essa prescindere dal fattore umano? Quanto pesano le differenze di genere sullo sviluppo delle nuove tecnologie? Questi i temi messi sotto la lente dal convegno “Umanità ed innovazione: navigare verso il futuro” in programma il 28 novembre a Palazzo San Giorgio, Genova, organizzato da Wista Italy, la sezione italiana della Women International Shipping and Trading Association per celebrare i suoi primi trent’anni di attività .
L’innovazione legata all’IA (Intelligenza Artiiciale) è meno nuova di quello che sembra, visto che è oggetto di studio da circa 70 anni. Nuove, in particolare, sono le potenzialità economiche di tecnologie che possono avere impatti rilevanti sulla vita di tutti i giorni, sia in termini di opportunità che di rischi connessi al loro utilizzo. E in questo ambito la differenza tra innovazione e ricerca, partendo dal primo concetto per arrivare a quello di intelligenza artiiciale e ai suoi cicli, viene messa in luce da Giuseppe Iannaccone – Prorettore Vicario. Professore Ordinario di Elettronica, Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa.
L’intelligenza artiiciale, hanno fatto notare gli esperti, si basa su modelli e dati ma non ha una vera creatività che si basa invece su intuizioni ed esperienze personali e quindi su capacità necessariamente umane.
E sui nuovi modi di lavorare con l’IA fa il punto Rossella Riccò, Responsabile Area Studi e Ricerche di ODM Consulting e Fondazione Gi Group sottolineando che cosa cercano le aziende e che cosa ne pensano le persone.
La centralità del fattore umano nella tecnologia è, quindi, innegabile ma può essere anche l’anello debole, come nel caso della catena di protezione in ambito cybersecurity. Secondo il report “ENISA Threat Landscape 2023”, infatti, il 74% delle violazioni ha coinvolto l’elemento umano (dati Verizon) il che comporta la necessità di nuovi processi di management aziendale è il commento di Paola Girdinio, Professore Ordinario di Elettrotecnica Università di Genova. Presidente del Centro di Competenza START4.0.
Lo sviluppo dell’IA avrà un peso anche sulle differenze di genere; le statistiche rivelano, infatti, che solo il 15% delle donne partecipa attivamente all’”educazione” dell’intelligenza artiiciale, portando a risultati che rilettono prevalentemente una prospettiva e una logica maschile con il rischio di perpetrare stereotipi e, soprattutto, perdere aree importanti di osservazione e sviluppo. Al contrario, il deep learning, o apprendimento profondo, necessita di un ampio spettro di intelligenze, comprese quelle empatiche e intuitive, qualità in cui il cervello femminile risulta particolarmente predisposto, è una delle evidenze dell’intervento di Franco Cervelli, Professore di Fisica degli acceleratori delle particelle e Dirigente di Ricerca dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Pisa.
La valorizzazione delle competenze femminili è un tema al centro dell’intervento di Ilaria Cecchini, CoFounder Women At Business e anche uno dei temi che ha guidato l’attività di Wista Italy nel tempo, come emerge dal libro realizzato per il trentennale Donne sul ponte di comando. Trent’anni di storia e storie delle professioniste del mare (Mursia). Un video durante il convegno ripercorrerà la presentazione del libro (che offre uno sguardo attento sul percorso che porta alla parità di genere per le donne dello shipping, del trading e della logistica) avvenuta in contemporanea in 12 porti il 26 settembre scorso.
“Il percorso per la parità è ancora lungo ma non vi è dubbio che la tecnologia possa giocare un ruolo importante per l’occupazione femminile in molti settori, come ad esempio quello marittimo portuale e della logistica, dove l’automazione e la digitalizzazione hanno reso accessibili professioni che ino a qualche decennio fa erano completamente precluse alle donne per ovvie ragioni isiche. Che sia umana o artiiciale, l’intelligenza collettiva deve essere anzitutto inclusiva ed uno strumento per superare stereotipi e limiti che negli anni ci hanno fatto rinunciare ad un importante bacino di competenze umane e professionali, come quelle delle donne” ha affermato Costanza Musso, presidente di WISTA Italy.